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Esercizio fisico e Ipertensione

IPERTENSIONE

La pressione arteriosa è la “forza” con cui il cuore pompa il sangue per farlo scorrere all’interno dei vasi sanguigni e si esprime in mm/Hg (corrispondenti all’altezza di una colonnina di mercurio che equilibra la pressione misurata). Essa dipende dalla forza con cui il cuore si contrae e dalla resistenza che il sangue incontra nei vasi: più i vasi sono piccoli, o rigidi, più la pressione è elevata. In genere, la pressione arteriosa si esprime con due valori numerici: il più alto, detto sistolico, si riferisce alla pressione con cui il cuore spinge il sangue nelle arterie, il secondo, detto diastolico, corrisponde alla pressione di rilascio. La pressione non è sempre costante: essa è più alta al risveglio e diminuisce durante il giorno; aumenta in caso di sollecitazioni fisiche ed emotive e normalmente aumenta con l’età, soprattutto perché i vasi perdono elasticità (a 20 anni, in media, la pressione è di 120/80, mentre verso i 60 anni sale a 160/90).

L’ipertensione è un fattore di rischio cardiovascolare spesso associato ad altri fattori di rischio quali obesità e diabete. L’ipertensione primaria cronica è definita dal Seventh Report of the Joint National Committee (JNC7) on The Prevention, Detection, Evaluation, ahi Treatment of High Blood Pressure, da valori della pressione sistolica a  riposo (PAS) pari o superiori a 140 mmHg e/o della pressione diastolica a riposo (PAD) pari o superiori a 90 mmHg, confermati da un minimo di due misure eseguite in 2 giorni differenti, o dall’assunzione di farmaci antipertensivi per controllare la pressione.

L’Ipertensione primaria è presente nel 95% dei casi ed è uno dei fattori di rischio di CVD  e morte prematura. I fattori che contribuiscono all’ipertensione primaria includono fattori genetici e componenti dello stile di vita, come una dieta ricca di grassi e sale e l’inattività fisica.

L’Ipertensione secondaria invece rendo conto al 5% dei casi rimanenti. Le principali cause dell’Ipertensione secondaria includono malattie renali croniche, stenosi arteriosa renale, feocromocitoma, eccessiva produzione di aldosterone e apnee notturne.

Si stima che più di 1 miliardo di persone al mondo, presentino una condizione di ipertensione.

Circa 42 milioni di uomini e 28 milioni di donne presentano uno stato di pre-ipertensione, una condizione che precede frequentemente l’ipertensione. Su un periodo di 4 anni il tasso di incidenza della progressione da pre-ipertensione a ipertensione è risultato di circa il 26-50% tra i soggetti  di età maggiore o uguale a 65 anni. Sebbene la progressione da pre-ipertensione a ipertensione sia decisamente correlata all’età, alla pressione arteriosa a riposo, e alle comorbidità, l’ipertensione non sembra essere causata solo ed esclusivamente dall’invecchiamento, ma è il risultato dei cambiamenti dello stile di vita come già affermato in precedenza.

ESERCIZIO FISICO

Non esistono dubbi sull’utilità dell’attività fisica nel trattamento dell’ipertensione. Un allenamento aerobico costante, di adeguata intensità, durata e volume, che promuova l’incremento della capacità di esercizio fisico porta a una riduzione nella PAS e PAD di 5-7 mmHg a riposo e riduce la PAS durante esercizio a carichi di lavoro submassimali in individui con ipertensione. Sono anche stati riportati una diminuzione dello spessore delle pareti cardiache e del volume del ventricolo sinistro in soggetti ipertesi, impegnati in un programma regolare di esercizio fisico e un ridotto volume del ventricolo sinistro in soggetti con pre-ipertensione con un livello di fitness da moderato  ad alto.

Maggior enfasi dovrebbe essere data alle attività aerobiche; comunque, queste potrebbero essere accompagnate da esercizi di forza a moderata intensità. Alcune evidenze hanno dimostrato che l’allenamento di forza da solo può abbassare la pressione arteriosa, sebbene le evidenze siano inconsistenti. Gli esercizi di flessibilità dovrebbero essere eseguiti dopo un adeguato riscaldamento e seguiti da una fase di recupero finale.

Gli effetti benefici dell’allenamento sono dovuti a numerosi fattori tra cui i più importanti sono:

1- Aumento del numero di capillari a livello muscolare e cardiaco (capillarizzazione) dove lo sviluppo del microcircolo coronarico allontana il rischio di angina ed infarto.

2- Maggiore apporto di sangue ed ossigeno a tutti i tessuti ed in particolare al muscolo cardiaco.

3- Riduzione dello stress sia transitorio che a lungo termine grazie al rilascio di sostanze euforizzanti che intervengono nella regolazione dell’umore (endorfine).

4- Riduzione delle resistenze periferiche sia grazie alla riduzione dell’attività di alcuni ormoni e dei loro recettori (catecolamine), sia grazie all’aumento del letto capillare.

5- Effetto positivo sugli altri fattori di rischio che l’attività fisica svolge su altre patologie che spesso si associano o causano l’ipertensione come diabete, dislipidemie ed obesità.

L’esercizio fisico utile per la prevenzione e la cura dell’ipertensione deve essere di tipo aerobico o cardiovascolare: deve cioè essere un’attività fisica di endurance svolta a moderata intensità (40-70% del VO2max).
Tipici esempi di lavoro cardiovascolare sono la marcia, il jogging, la corsa, il nuoto di resistenza ed il ciclismo. Per essere veramente efficace, l’esercizio fisico, va ripetuto per almeno tre volte alla settimana. Il massimo effetto benefico lo si ottiene con 5 sedute settimanali, anche se le differenze, in termine di calo pressorio, non sono significative. In questo caso migliorano invece i benefici sulla riduzione del peso corporeo e l’efficacia del sistema cardiovascolare.
L’attività, per essere efficiente, deve protrarsi per almeno 20-30 minuti, possibilmente senza interruzioni. Anche in questo caso i risultati migliori si ottengono con un impegno superiore (40-50 minuti). Al di sotto dei venti minuti gli effetti positivi calano considerevolmente.

Bibliografia

  • American College of Sports Medicine, “ACSM’s Guidelines for Exercise Testing and Prescription”, Wolters Kluwer, 2017, tenth edition. 456 p.

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